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Fossati Bellani

Fossati Bellani - LA VESCOGNA

LA FAMIGLIA FOSSATI BELLANI (1952-1985)

Nei primi anni Cinquanta la proprieta' della villa con alcuni annessi viene acquistata da Felice Fossati Bellani (1909-1994).
Nato a Monza, figlio di Maria Luisa Somarelli ed Alberto, era nipote del conte Marco Tullio (1880-1961) ultimo erede di Felice Sr. (1850-1916) fondatore del Cotonificio di Sondrio nel 1905. Nel 1934 sposa Laura Tronconi da cui ha sei figli.
Felice Sr. insieme ad un cugino aveva creato a Monza nel 1874 una filatura artigianale probabilmente subentrando a una precedente iniziativa del 1852 dello zio Antonio Quirino. Nei primi anni del Novecento con l' apertura in Valtellina dello stabilimento di tessitura l' attività industriale si sviluppò notevolmente creando un unico organismo produttivo integrato di filatura-tessitura-tintoria. Alla morte del fondatore gli successe il figlio Alberto (1878-1945) che all' inizio degli anni Venti aggiunse il cognome della madre Antonietta Bellani a quello della famiglia.
Alberto compì cospicui investimenti ed importanti innovazioni tecnologiche nonostante la grande crisi degli anni Trenta e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Fu in questo periodo che i Fossati misero meglio in luce il loro dinamismo imprenditoriale.
Durante il conflitto la famiglia fu colpita da gravi sciagure a cui sopravvisse il solo Marco Tullio, nominato conte da Re Umberto II°, rimasto solo al vertice della società dopo la morte dei fratelli Alberto, Silvio e Luigi Vittorio.
Ben presto, data l' età anziana dello zio, emerse la figura di Felice Jr. Questi fu prima vice-presidente e direttore generale, poi alla morte dello zio assunse la presidenza della socità valendosi dell' aiuto del fratello Gian Vittorio, proseguendo nella politica degli investimenti ed innovazione soprattutto nella sede di Sondrio che portò gradualmente alla definitiva chiusura della sede storica di Monza.
Nel 1953 l' azienda contava 52.000 fusi che salirono ad oltre 64.000 con 2.500 dipendenti nel 1962, l' anno di massimo sviluppo che segnò l' inizio di un lento declino terminato nel 1975 con la decisione di cedere la fabbrica.
Diverse furono le cause che portarono alla crisi tra cui la scarsa produttività della mano d' opera ancora legata all' antico modello dell' operaio-contadino a cui Felice Jr. diede benevola tolleranza "rispetto alle assenze nella stagione del fieno o di quella della vendemmia".
Sulla rampa di accesso alla villa vi era una osteria che divenne luogo di ritrovo dei giovani del paese attratti dalla presenza del numeroso personale femminile proveniente dalla Valtellina impiegato presso i Fossati. In paese ancora oggi si  ricorda che Felice Jr. decise di acquistare l' edificio così da eliminare quella fonte di disturbo e distrazione ma che in breve si trovò a doverne acquistare un secondo sulla strada che sale dal paese, a poche decine di metri di distanza, in cui si era trasferita tutta l' allegra compagnia.
I lavori compiuti in Vescogna negli anni Cinquanta su progetto dell' architetto Gualtiero Galmanini, furono grandiosi e dispendiosi: la villa fu ristrutturata e dotata di moderni impianti, il fondo agricolo verso Sartirana fu trasformato in un parco all' inglese, venne costruita la grande piscina, il campo da tennis, il campo da bocce e la cappella affacciata nel bosco romantico dove vennero celebrati i matrimoni delle figlie.
La villa, a seguito dei problemi legati alla sorte del Cotonificio, venne chiusa nei primi anni Ottanta e definitivamente ceduta nel 1985 agli attuali proprietari che con l' intervento dell' ingegnere Gianfranco Fasoli e dell' architetto Ugo Grimoldi la preservarono dalla rovina che in quegli anni colpì simili proprietà in tutta la Brianza. 
  
(rif."Dizionario Biografico degli Italiani-Edizioni Treccani")
(ill. "Vista del giardino-Acquerello-V.Fossati Bellani")

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