LA FAMIGLIA GHISLANZONI (1832-1952)
Andrea Forti, parroco di Arlate, muore il 6 agosto del 1830. Nel testamento redatto nel 1828 egli nomina il pronipote Ignazio Ferdinando Ghislanzoni (1809-1862), figlio della nipote Anna Maria Regina Forti detta Marianna e di Evangelista, erede universale a cui lascia "i beni stabili di Vescogna comune di Calco da dividersi fra i cugini in parti uguali". Negli anni seguenti Ignazio subentra pienamente ed esclusivamente nella proprietà della villa e vi si stabilisce nel 1832 all' età di 23 anni.
Ignazio Ghislanzoni è nato a Lecco nel 1809 ed è parente di Antonio Ghislanzoni (1824-1893) librettista e scrittore il cui nome è legato soprattutto al libretto dell "Aida" (1871) di Giuseppe Verdi con il quale collaborò anche alle revisioni della "Forza del Destino" e di "Don Carlos"; durante la villeggiatura estiva frequentava insieme ai più famosi personaggi della Scapigliatura lombarda la celebre Villa Gomes di Lecco ed era sovente ospitato in Vescogna.
Ignazio nel 1838 sposa , nella Parrocchia di San Marcellino di Imbersago, Maria Lavelli dalla quale avrà sette figli tra cui Giuseppa Giuditta Maria (1840-1904), Giovanni Ermenegildo Andrea (1842-1905) e Giacomo Carlo Maria (1845-1928).
In quegli anni tormentati i Ghislanzoni si distinguono per la propria attiva partecipazione ai moti risorgimentali : Antonio, mazziniano, fu prima costretto a rifugiarsi in Svizzera ed in seguito arrestato dai Francesi e deportato in Corsica; Ignazio arrestato come cospiratore dagli Austriaci fu imprigionato a San Vittore nel periodo 1851-1852. Probabilmente questo episodio porta tragiche conseguenze sullo stato di salute mentale di Ignazio che muore nel 1862, all' età di 53 anni, nel manicomio di San Vittore a Milano.
Tra i figli di Ignazio si distingue Giovanni che sarà sindaco di Calco dal 1871 al 1894. Egli viene descritto come persona estremamente sensibile umanamente e politicamente: quando nel 1897 viene raddoppiata la tassa sulla famiglia (focatico) vi si oppone arrivando a dimettersi da tutte le cariche pubbliche, convincendo gli altri assessori ed il sindaco in carica a presentare un esposto al re Umberto I°. Era anche solito saldare tutti i debiti che i suoi contadini avevano contratto con il bottegaio Pantoni e che non erano in grado di onorare. Non si sposerà e non avrà figli, muore all' età di 62 anni.
Il quarto figlio Giacomo Carlo Maria ormai conosciuto con il solo nome di Carlo, sposa nel 1891 Alessandra Eusebia Serassi, nata a Bergamo nel 1863 e figlia di Giuseppe IV° erede della famiglia Serassi di organari. Il fondatore fu Giuseppe (1694-1760) il cui nipote Antonio (1750-1817) portò l' organaria al massimo livello tecnico raggiunto nel primo Ottocento. Organi prodotti dai Serassi sono istallati anche nella Chiesa Parrocchiale di San Vigilio a Calco (1772) e San Marcellino di Imbersago.
La coppia ebbe tre figli maschi: Mario Giuseppe Giovanni Ignazio Eusebio (1895-1967), Giuseppe Maria Emilio Carlo Alessandro (1896-1918) e Andrea Umberto Annamaria (1899-1926).
Giuseppe, tenente dell' Aviazione, muore in combattimento impegnato in un duello aereo sull' Altopiano di Asiago il 26 febbraio del 1918. Gli venne assegnata la Medaglia d' Argento al Valore Militare, intitolata la strada che porta dal paese al colle di Vescogna, il Monumento ai Caduti di fronte alla Chiesa Parrocchiale e l' Aereo Club di Como.
I fratelli Ghislanzoni sono ricordati in paese per alcuni episodi interessanti. Si dice che uno di loro si divertisse a caricare sull' automobile i contadini e così come erano al lavoro nei campi, portarli fino a Lecco o Bergamo. Qui giunti farli scendere ed abbandonarli, così per ridere, ad un triste e faticoso ritorno percorrendo 20 o 30 chilometri a piedi nudi.
Mario, colonnello del Genio Militare, risiede spesso a Roma frequentando i circoli altolocati ed incontrandovi la nobildonna Sveva Vittoria Colonna, moglie del principe spagnolo Pio Falcò proprietario di villa Mombello di Imbersago, di cui si dice fosse complice nelle avventure sentimentali. Nella capitale sposa nel 1921 Clara Pacifici da cui ebbe due figli Giancarlo e Annamaria. Il matrimonio non durò a lungo e la giovane moglie con il primogenito ritornò a Roma, Annamaria visse in Vescogna con il padre e la nonna fino al 1948.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale si trova in Etiopia impegnato nella mappatura topografica della colonia italiana; viene catturato dagli Inglesi ed internato in Australia. Al suo ritorno nel 1947 la situazione economica della famiglia Ghislanzoni è ormai compromessa. Nel 1948, morta la madre, si trasferisce con la compagna Maria Celestina Tomasini (1915-1999) nel Castellaccio di Vescogna mettendo in vendita la villa e i suoi terreni.
(rif."Dizionario Biografico degli Italiani-Edizioni Treccani" Ricerca storica di A. Brambilla)
(ill."Vista del Lago di Sartirana con La Vescogna-Stampa -1820")